Non vi è mai capitato, mentre eravate in viaggio, di vedere una pianta dal largo arbusto e sentirvene attratti a tal punto da fermare l’auto, scendere ed andare abbracciare un albero?
Forse potrei apparire pazza ma a me succede spesso e quando lo faccio il mio cuore batte fortissimo, a tal punto che dopo pochi secondi me ne devo staccare.
La loro saggezza è infinita, è quasi palpabile al tatto, gli alberi sono gli esseri più longevi e resistenti del pianeta.
Intuiamo che dietro quella corteccia dura si celano misteri. Comunicano, tra loro creano alleanze, intrecciando le proprie radici e scambiandosi informazioni chimiche questa rete creata sotto il suole li rende forti resistenti ai venti ed alle intemperie.
Lasciano cadere le proprie foglie in autunno per risparmiare le proprie scorte di zucchero per l’inverno. C’è chi dice che prima dì abbracciare un albero lo devi scegliere, ne troppo grosso perché potrebbe essere un po’ arrogante, ne troppo piccolo perché potrebbe essere ancora debole, chiedendogli il permesso prima di abbracciarlo.
In Australia nei parchi ci sono appositi cartelli che invitano i visitatori ad abbracciare gli alberi, nei paesi nordici esiste tutta una cultura basata sugli abbracci agli alberi chiamata “Tree hugging“.
Per far si che la terapia funzioni si dice che ci sia una procedura da seguire, si appoggia la schiena al tronco, si sistema il palmo della mano destra sul plesso solare che corrisponde alla bocca dello stomaco e il dorso della sinistra a contatto con i reni. In questa posizione, si fanno respiri lenti e profondi per venti minuti circa.
Ma se non vogliamo abbracciare l’albero o starne a contatto, per trarne beneficio basterà camminare in mezzo a loro, in silenzio assaporandone i colori, gli odori e i rumori… coinvolgendo tutti i sensi, anche il tatto, si avrà una sensazione di immediato benessere… Provare per credere.